2003 Come eravamo Avignone-Lourdes

Lourdes 042

13.6 Prima tappa: Avignone-Lattes/Montpellier Km 105

Con il pulmino partiamo da Varese all’alba ed arriviamo ad Avignone a mezzogiorno. Daniele,  Gianni e Fernando sono i ciclisti-protagonisti di questo tour  accompagnati da Giuliano paziente autista.  Breve visita della città racchiusa tra le mura  poi lungo il Rodano comincia la nostra avventura. E’ il primo pomeriggio quando ad Aramon le nostre limitate riserve energetiche finiscono. L’unica locanda aperta ha il cameriere di cattivo umore, un piatto di pasta potrebbe andar bene ma lui consiglia e serve solo pollo e patatine.

Niente carboidrati, in compenso acqua minerale fresca di cui abbiamo gran bisogno per combattere il  clima caldo.  Ripartiamo, dopo Beaucaire è facile trovare la D38 che porta direttamente sul sagrato  della chiesa di Saint-Gilles. Con l’attraversamento di Vauvert diciamo addio agli stagni della Camargue. Ora il traffico aumenta, molti camion ci sfiorano e non è permessa nessuna distrazione.

Tra Lunel e Mauguio sostiamo sui gradini di una casa, Fernando gradirebbe una velocità da fondista, convincere Gianni a moderare l’andatura non è difficile. Compaiono i primi crampi. Qualche problema con le strade è risolto con l’aiuto dei contadini e l’ottimo francese di Fernando. L’albergo Mejee di Lattes è vicino. Portiamo i bagagli in camera e non resistiamo alla nuotata in piscina illuminata dagli ultimi raggi di sole. Appuntamento per la cena alle 20. Davanti ad un piatto di spaghetti ed una niçoise la conversazione corre veloce. Non troppo soddisfatti dal servizio ristorante, necessaria la nostra spiegazione al cuoco su come cucinare la pasta,  raggiungiamo  la nostra camera. L’aria condizionata non funziona e fa molto caldo. Stanchi e sudati cerchiamo di non muoverci in attesa che il sonno ci rapisca.

14.6 Seconda tappa: Lattes-Carcassonne Km 160

Con l’aiuto delle cartine e le informazioni di una gentile signora usciamo da Lattes prendendo la direzione di Maurin. Siamo alla ricerca dell’innesto della N112 per Sète. L’aria fresca del mattino da la carica giusta. La strada trafficata rasenta uno stagno e poi finalmente corre lungo il mare. Raggiungiamo Sète, pittoresca località della Linguadoca. Dopo la deviazione per Cap d’Agde proseguiamo per chilometri in compagnia di spiagge sabbiose. Il vento a favore e lo splendido mare fa venir voglia di fare un bagno. Fernando affianca un ciclista francese con bici Bianchi che ci suggerisce la spiaggia di Marsellian. L’acqua è freddina ma il piacere della nuotata è immenso. Lasciamo il mare per l’entroterra alla ricerca di Beziers. La N112 è una superstrada a quattro corsie ma lo spazio a noi riservato è molto stretto, qualche rischio si corre ma per fortuna è sabato e non circolano mezzi pesanti. Entriamo a Beziers a mezzogiorno.  Il termometro segna 42 gradi abbiamo fame e soprattutto sete. Considerando la vicinanza di un centro commerciale con Fernando si pensava ad un selfservice con aria condizionata, Gianni invece preferirebbe un posticino più caratteristico. Il supermercato Auchan ci accoglie con il suo fresco. La fame ci porta davanti ad un buffet pieno di cose stuzzichevoli ma la nostra scelta è la pastasciutta. Ci rilassiamo ma l’orario della ricreazione finisce presto. Ripartire è un atto d’eroismo, passiamo dai 20 ai 40 gradi. Attraversando Beziers, importante centro vinicolo, buttiamo un’occhiata  sulle piazze ombreggiate dai platani e  intravediamo la cattedrale dal basso. Il percorso diventa monotono, l’asfalto è sul punto di sciogliersi sotto i raggi del sole cocente. Dopo circa 20 chilometri superiamo un ciclista con borsoni e tenda sul portapacchi. E’ un tedesco solitario con cui fraternizziamo.

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Ha 56 anni, partito da Stoccarda con la sua citybike ha intenzione di andare a Santiago di Compostela. Con lui facciamo la route verso Trèbes. Siamo stravolti ma sentiamo che Carcassone è vicina. La nostra buona stella fa ritardare alcuni turisti che avevano prenotato all’Etap Hotel e la signora della reception, trascorso il tempo limite di attesa, ci consegna le chiavi delle camere. L’hotel con aria climatizzata è ben tenuto ma soprattutto ha materassi di grande conforto. La simpatica signora ci consiglia anche il ristorante per la cena ma purtroppo finiamo dove servono pastasciutta  con contorno di ketchup. A piedi saliamo verso il Castello di Carcassone sprofondando in epoca medievale. E’ stupendo ed immenso. Le viuzze sono affollate, c’è anche il festival della musica. Una band ci coinvolge, battiamo le mani e cantiamo come perfetti turisti francesi. Si fa tardi quando molto stanchi ci perdiamo attraverso le viuzze. Dopo qualche informazione ritroviamo il ponte levatoio e ci avviamo verso l’hotel. Una giornata very very strong.

15.6 Terza tappa: Carcassone-St Gaudens km 160

Lourdes 036E’ una giornata particolare. Usciamo dall’hotel dopo aver fatto una colazione abbondante. Infiliamo le vie di Carcassone bassa, dando un’occhiata a negozi eleganti e case ben curate alla ricerca della  strada per Castelnaudary. Come dice Gianni abbiamo un santo protettore,  i chilometri corrono tra campi di lavanda, colline di girasole e filari d’uva. Il vento a favore spinge in su la media (30-35 km/h) mentre il percorso attraverso colline e pianure diventa piacevole. Ci sono tanti modi per arrivare alla meta noi optiamo per strade poco trafficate. A Villefranche abbandoniamo  la strada nazionale per Tolosa e incrociamo il famoso canal du Midi.  Al punto ristoro della ciclabile troviamo acqua, bagno e una tipa niente male. E’ molto carina, attacchiamo bottone,  scopriamo che è di Lugano. Sta facendo una vacanza con il suo compagno alloggiati sull’houseboat.  Navigano  lungo il  canale, vanno in bici e sono raggiunti da loro amici. La nostra fantasia corre e la voglia di cambiare il ‘velo’ con la barca è forte. Risaliamo in sella e qualche salita mi permette di sfoderare doti di grimpeur. Il fondo stradale è buono, alcuni  platani ci fanno ombra e rendeno meno aspra la fatica. Attraversiamo Auterive. Non ci sono ristoranti e il  paese è deserto. E’ quasi mezzogiorno quando arriviamo a St-Sulpice. In un angolo della piazza, sotto un portico,  troviamo un ristorantino tipico di quelli che piacciono a Gianni. Anche Giuliano lascia la guida dell’Ulisse e tira un sospiro di sollievo davanti ad un bicchiere di rosè  ed una entrecôte con patatine. Ci stiamo rilassando, discutiamo di bici, politica e di Sant’Ambrogio nel senso della squadra ciclistica a cui apparteniamo. Sono le due del pomeriggio di una soleggiata  domenica estiva. Sarebbe bello assistere ad una gara ciclistica ed eccoci accontentati. Nella via principale passa  la corsa “Le route de sud” con professionisti francesi e con una squadra italiana. Ci mettiamo ai bordi della strada e facciamo il tifo per l’Alessio. La temperatura tropicale  non aiuta, ci facciamo forza e riprendiamo a pedalare in direzione di Cazères.  Sembriamo automi, ogni tanto assaltiamo il pulmino alla ricerca di acqua e ci fermiamo all’ombra per recuperare un po’ di forza.  Paesi e campagne al  pomeriggio della domenica sono deserti. Raggiungiamo St-Gaudens quando è sera. La nostra preoccupazione è quella di trovare una sistemazione per la notte  sapendo che l’arrivo de Le Route de Sud fa tappa in questa cittadina.   Proviamo all’Hotel  ….  ma è esaurito. Come nei film c’è sempre qualcuno al bar che da consigli e  ci indica  un alberghetto nella parte bassa della cittadina. Tiriamo un sospiro di sollievo quando al piano superiore della stazione ferroviaria  troviamo l’Hotel de la Gare.  Entriamo nel cortile ma un rottweiler aggressivo subito fermato dalla proprietaria dell’hotel tenta di morsicare il braccio di Giuliano. Ci accordiamo con lei sul prezzo della sistemazione e scegliamo il lusso di una singola.  Saliamo in camera  e troviamo la spiegazione del prezzo. Le camere senza doccia e bagno in comune non sono il massimo del confort. Alcune finestre danno sulla ferrovia e altre sul cortile dove ci avvertono giocheranno alla pétanque fino a tardi. Cominciano tra di noi le battute sulla vera natura della locanda. La preoccupazione di trovare altre soluzioni però  ci convince a restare. Anzi, dopo ragionevole discussione concordiamo di fermarci anche al ristorante per la cena. Scendiamo nella  sala da pranzo piena di gente allegra, una signora bionda  serve ai tavoli mentre la televisione accesa mostra la partita della nazionale francese e il rottweiler ora di buon umore gira tra i tavoli in attesa di qualche pezzo di carne. Mangiamo una buona zuppa, una fetta di prosciutto crudo e con sorpresa una filetto con contorno di pastasciutta accompagnati da una buona bottiglia di vino rosso. Soddisfatti concludiamo la giornata salendo al centro di St-Gaudens. In un bar incontriamo l’autista italiano di un giornalista dell’Equipe che parla male di Pantani.  Un po’ assonnati ritorniamo nel nostro alberghetto e combattiamo per dormire con chi gioca alla pétanque e con il passaggio dell’ultimo treno.

16.6 Quarta tappa: St Gaudens-Lourdes km 85

Ci svegliamo di buon mattino, il cielo coperto fa dissolvere il nostro pericolo numero uno il caldo. Colazione alla francese in un bar di St-Gaudens poi senza esitare prendiamo la strada per Montréjeau transennata per via dell’arrivo della corsa.  In lontananza la rassicurante sagoma dei Pirenei ci fa compagnia. L’andatura della bici offre pensieri che penetrano nello spirito, comincio a riflettere sui  discorsi di chi è tornato da Lourdes. Il paesaggio è completamente cambiato. I vigneti sono scomparsi sostituiti dai  campi d’erba ed alcuni torrenti fanno pensare alle nostre Prealpi. Riattaccano le salite e le discese. I paesi attraversati non sono degni di nota così senza rendercene conto ci troviamo sulla superstrada Tarbes-Lourdes. Entriamo nella cittadina con traffico abbastanza caotico. Come tutti abbiamo fretta di arrivare alla grotta. Superati i bar, ristoranti e negozietti troviamo  l’ingresso all’Esplanade, immenso sagrato della basilica. A destra presso il fiume c’è la grotta. Dopo le undici davanti alla statua della Madonna è rimasta poca gente. Ognuno di noi ha qualcosa da chiedere o è lì per ringraziare. Il momento è carico di emozione. Nel suo libro dedicato a Lourdes Messori domandò  ad un pellegrino perché ritornava periodicamente a Lourdes.  Ebbe la seguente  risposta:  “Perché quello è un posto molto sottile. Un posto, cioè, dove si fa sottile il confine fra realtà concreta e quotidiana ed Enigma invisibile ed eterno”.  Sottoscrivo interamente.

Lourdes 042E’ l’una,  la fame ci riporta alle cose terrene. Arriva la telefonata di Giuliano che raggiunto l’albergo di Argèles ci avverte che la pastasciutta è pronta. L’Hotel Du Lavedan è proprio quello che fa per noi. Durante l’ottimo pranzo, affiorano tutte le nostre considerazioni sui motivi del viaggio. Ci accorgiamo di avere diverse affinità e ne siamo compiaciuti. Al pomeriggio ritorniamo all’Esplanade per vivere l’intensità delle cerimonie religiose. Verso sera i viali dell’immenso sagrato si trasformano in corsie ove centinaia di ammalati con candele accese testimoniano la loro fede.  Lo spettacolo è toccante. Torniamo ad Argèles, Giuliano stappa una bottiglia di spumante che beviamo sul balcone della nostra camera. E’ tardi e i nostri ultimi pensieri vertono sulla vicinanza dei Pirenei con l’opportunità di fare la famosa salita del Tourmalet.  Le cartine mostrano altimetrie troppo impegnative  così decidiamo di rinunciare alla classica del tour. Domani mattina sveglia alle sette partenza per tornare a Varese. Ci addormentiamo convinti di aver vissuto un’esperienza indimenticabile. (d.g.)

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One Response to 2003 Come eravamo Avignone-Lourdes

  1. Na says:

    I’ve surfing online more than three hours today, yet I never found any interesting article like yours.

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